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Figli di una generazione tritata dal turbinio del cambiamento. Come novelli Adamo ed Eva, i giovani vivono tra tradizione e modernità, avendo disponibili più prototipi da collaudare che modelli sperimentati e sedimentati da una innovazione che diventa tradizione. Il sacro, la religione, la Chiesa non sono spariti dal loro orizzonte. Non sono rifiutati. Sono nello zainetto di ciò che aiuta a vivere, assieme a tante altre cose, qua e là nello scorrere della propria esistenza potrà ritornare utile averle. Una gioventù a elastico fra sacro e profano. Persiste una dimensione di spiritualità strettamente correlata a un «senso di verità» che si cerca dentro se stessi, sulla base delle proprie soggettive esperienze e visioni del mondo. Si prendono le distanze da pacchetti di verità precostituiti ai quali si è stati socializzati per tradizione. Maggiore libertà, maggiori alternative, non vuol dire meccanicamente maggiore felicità, spesso vuol dire maggiore solitudine, in percorsi in cui ci si avventura come andando a tentoni, senza certezza sul raggiungimento della meta.